
Sono profondamente convinta che ogni dipinto, disegno, scultura, fotografia, musica, danza... siano espressione tangibile di chi li ha creati, della sua energia.
Ogni opera, figurativa o astratta che sia, è un vero e proprio autoritratto dell’autore, un autoritratto spesso inconsapevole ma non per questo meno vero, lo potremmo definire un autoritratto energetico o meglio ancora un autoritratto dell’anima!
Al tempo stesso però l’opera è anche uno specchio, e mostra a chiunque la osservi uno o più aspetti di se stesso. Per questo motivo le opere possono essere viste e lette in tanti modi diversi quanti sono gli individui, le storie personali, gli stati d’animo e le esperienze emotive... Il significato profondo di un’opera è diverso per ciascuno e può essere diverso per la stessa persona in momenti differenti della sua vita e ancora, ogni singola opera è come una matriosca: possiede significati a tanti livelli.
Capite ora quanto è complesso l’argomento e, anche ammesso che ci sia qualcuno capace di cogliere il corretto significato di un quadro o di una qualsiasi altra forma espressiva, io mi chiedo: «è giusto rivelare l’interpretazione o è un atto d’invadenza rendere conscio ciò che forse l’autore non è ancora pronto ad accogliere?». Con questo non voglio dire che non bisogna commentare i lavori, al contrario trovo che il momento di condivisione finale di un laboratorio sia preziosissimo, ma i migliori interpreti siamo noi stessi!
Quello che propongo negli atelier che conduco è di accompagnare le persone in un cammino di autoconsapevolezza. Oltre al fare e all’esprimere, è importante allenare anche il nostro occhio artistico e imparare a osservare più profondamente.
Percepire, toccare, annusare, ascoltare, assaporare; tuffarsi nel quadro, danzare col colore, lasciarsi coinvolgere totalmente, emozionarsi, commuoversi... In questo modo si va oltre la superficie e ci si apre a un “sentire” nuovo e completo!
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